Sull’ altopiano ragusano erano presenti popolazioni asinine pregevoli riconducibili all’asino di Pantelleria e al Siciliano, dotati di robustezza e nevrilità, ma con mantello sia baio sia grigio. Su queste, il Regio Deposito Stalloni, diede inizio alla selezione di un asino con caratteristiche-tipo che ancora oggi possono essere riscontrate nell’asino Ragusano.
Il capostipite “Pacifico” di razza Pantesca, mantello baio (l’uniformità di mantello e il colore baio erano tra le caratteristiche più apprezzate nel mulo!) e di altezza considerevole per la razza cui apparteneva (140 cm al garrese!) inizia a lavorare nelle stazioni di monta selezionate sul territorio ragusano già nel 1930.
Nel 1942 il Regio Deposito Stalloni diede inizio a una rigida selezione per fissarne le caratteristiche morfologiche e di temperamento.
Per undici anni si è operato con una serie d’incroci in stretta consanguineità, per imprimere i caratteri in maniera rapida, con qualche insanguamento con l’asino di Martina Franca. Lo scopo era di ottenere un asino robusto, energico dal temperamento nevrile, adatto al lavoro nei campi dell’altopiano ragusano e alla produzione mulina. Gli ottimi muli ottenuti dalle cavalle Sanfratellane e Siciliane furono utilizzati dall’esercito e dagli alpini ed esportati all’estero.
I capostipiti, Pacifico, Gagliardo e Folgore lavorarono nelle stazioni di monta selezionata di Ragusa, Scicli, S.Croce di Camerina (solo Folgore) e Scordia (solo Gagliardo), il primo dal 1930 fino al 1952 per un totale di 1222 fattrici asinine coperte, il secondo dal 1937 fino al 1944 per un totale di 726 fattrici asinine coperte, il terzo dal 1935 al 1944, dal 1952 fu impiegato solo per la produzione mulina selezionata. Tutti e tre e alcuni loro figli nel 1942 iniziarono a coprire fattrici selezionate (asinine e cavalline) in tutta la Sicilia. Nel 1947 ad abbattere la consanguineità e alzare la taglia fu introdotto alla monta selezionata Tabaccaio da Inpo (Pacifico) ed Eva fattrice Martina Franca, che ha lavorato fino al 1962 per un totale di 201 fattrici coperte.
Grazie a tanto lavoro e alla storica dedizione che l’agricoltore siciliano ha per i propri animali, finalmente nel 1953 fu riconosciuta razza.
Negli anni della meccanizzazione inizia un’inesorabile contrazione numerica fino a portare la razza, così come tutte le razze asinine europee, a rischio di estinzione. La vocazione agricola e zootecnica della provincia di Ragusa e il lavoro di tutela dell’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia, hanno permesso di conservare il patrimonio genetico di questa razza che oggi ha trovato una nuova collocazione economica.
Sempre più allevatori in Sicilia stanno investendo in quest’animale, utilizzato per la produzione del prezioso latte, per le attività ludico-ricreative e che ha ritrovato il suo spazio anche nel folclore popolare (fiere, manifestazioni).
Si ringrazia Istituto Incremento Ippico per l’accesso ai dati del suo archivio storico.
Dott. Ketty Torrisi