logo_ue logo_regione logo_psr Sottomisura 16.1 "Sostegno per la costituzione e la gestione
dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività
e sostenibilità dell'agricoltura".
Progetto finanziato con i fondi dell'Unione Europea – FEASR

Cor.As.Her e Asilat

Oggi vi presentiamo Ketty Torrisi e la sua azienda, Asilat.



Si tratta di una delle tre realtà coinvolte nel progetto Cor.As.Her, Innovazione e valorizzazione del latte d’asina siciliano, di cui è capofila il CoRFiLaC di Ragusa. Siamo nei pressi di Milo, paesino incastonato tra le rocce nerissime dell’Etna. Asilat ha una storia tutta particolare. La sua titolare, Ketty Torrisi, medico veterinario, iniziò ad interessarsi di latte d’asina nel 1999 dopo aver scoperto che il proprio figlio era intollerante alle proteine del latte vaccino. L’avvio di un’attività vera e propria fu la conseguenza naturale di questo percorso consapevole che il suo problema fosse comune ad altre mamme. Nel 2001 Asilat ottenne l’autorizzazione alla produzione di latte d’asina e fu così la prima azienda in Sicilia.

“Oggi alleviamo 80 asini Ragusani – afferma Ketty Torrisi-. Abbiamo anche un esemplare di razza Ferrante ed inoltre abbiamo pensato di arricchire la nostra fattoria con la presenza di altri animali autoctoni siciliani per contribuire a preservare le razze in via di estinzione”.

L’obiettivo generale del progetto è quello di incentivare la produzione di un latte d’asina di qualità da razza autoctona, un alimento dalle importanti proprietà nutraceutiche con lo sviluppo del relativo mercato. Per tale motivo, i ricercatori del CoRFiLaC stanno svolgendo una serie di attività per giungere ad una valutazione, quanto più dettagliata possibile, di quello che è attualmente il benessere degli asini, la gestione degli animali e la produzione in generale così da definire gli eventuali interventi di correzione.

L’azienda di Ketty Torrisi si trova proprio alle pendici dell’Etna, non distante dal mare di GiarreCarmelo Scollo, responsabile management benessere animale del progetto Cor.As.Her-. La stalla è in muratura e vi sono dei paddock esterni. Essendo vicino l’Etna nel periodo invernale si raggiungono temperature molto basse ed in queste giornate la produzione di latte subisce un grosso calo. Nel complesso, le condizioni di benessere che abbiamo registrato sono buone. Va inoltre detto – prosegue Scollo- che essendo il BCS (body condition score) legato al tipo di razione utilizzata ed essendo questo molto simile nelle tre aziende coinvolte dal progetto (gli asini sono spesso alimentati con fieno di cereali e leguminose), al fine di dare una più costante disponibilità energetica e proteica agli animali, abbiamo consigliato l’utilizzo di cereali e leguminose fioccate che risultano essere anche molto appetibili”.

La titolare di Asilat si dice contenta del fatto che la sua azienda faccia parte del progetto di ricerca Cor.As.Her in quanto “questo settore ha grandi potenzialità ed è importante riuscire a completare al meglio tutta la filiera. Sono quindi entusiasta di farne parte e mi auguro- dichiara infine Torrisi- che grazie ai ricercatori coinvolti si possano raggiungere degli importanti risultati”.

 

 

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