Muretti a secco delimitano gli spazi dove le asine di razza Ragusana possono muoversi liberamente godendo dei pascoli verdi e della purezza dell’aria. Siamo alle porte della città di Ragusa. Qui si trova una delle più antiche aziende di allevamento di asine oggi gestita dal giovanissimo Giuseppe Leggio, che alterna gli studi di veterinaria alle cure delle proprie asine. L’azienda Leggio è una delle tre realtà coinvolte nel progetto Cor.As.Her, Innovazione e valorizzazione del latte d’asina siciliano, di cui è capofila il CoRFiLaC di Ragusa.
“La nostra azienda esiste sin dal 1989 -ci racconta Giuseppe-. È nata con mio nonno. Ci teniamo molto all’allevamento dell’asino ragusano perché è una razza autoctona che, soprattutto qualche anno fa non se la passava proprio bene. Essendo un animale che in passato veniva utilizzato per il lavoro, si capisce bene come con l’avvento della meccanizzazione sia stato poco considerato rischiando l’estinzione. Negli ultimi anni, invece, è stato ripreso in considerazione sia per il suo latte che per il suo utilizzo in pet therapy. Adesso contiamo 110 capi e ci stiamo ingrandendo sempre di più perché ci teniamo ad avere una azienda con degli animali che caratterizzano il nostro territorio”.
L’obiettivo generale del progetto, lo ricordiamo, è quello di incentivare la produzione di un latte d’asina di qualità da razza autoctona, un alimento di nicchia di elevato valore nutraceutico, e di conseguenza svilupparne il relativo mercato. I ricercatori del CoRFiLaC stanno svolgendo una serie di attività per valutare il benessere degli animali, il management e la produzione in generale così da definire gli interventi necessari di correzione.
“L’azienda di Leggio ha la fortuna di poter godere di sei ettari destinati al pascolo spontaneo – Carmelo Scollo, responsabile management benessere animale del progetto Cor.As.Her-. Ed è per questo che gli asini sono tenuti principalmente all’aperto, mentre i locali di stabulazione sono usati soprattutto nei periodi molto freddi o piovosi. La razione alimentare è pertanto composta da pascolo, fieno coltivato (loietto, avena, orzo e frumento), fieno spontaneo, fioccato (miscuglio di orzo, favino, avena, baccelli di carruba) e crusca. Nel complesso abbiamo rilevato un buon management: gli animali sono accuditi bene e possono esprimere al meglio i comportamenti tipici della specie vivendo in un ambiente sociale e strutturale adeguato”.
Il giovane dell’azienda Leggio si dice entusiasta di far parte del progetto Cor.As.Her e di nutrire tante aspettative. “Troviamo il progetto Cor.As.Her molto utile – conclude Giuseppe Leggio- perché di fatto si conosce pochissimo dell’asino ragusano e del suo latte, in letteratura c’è quasi niente. E in questi mesi di attività con il CoRFiLaC siamo riusciti a scoprire tante cose che non conoscevamo o che potevamo solo immaginare e di cui ora abbiamo una conferma scientifica”.