Tra le numerose tecniche di conservazione degli alimenti, quella della liofilizzazione (freeze-drying) risulta essere tra le più complesse e innovative.
Come spiegato negli articoli precedenti, questo metodo di essiccamento è stato adottato nell’ambito del progetto COR.AS.HER per liofilizzare il latte d’asina pastorizzato con l’ausilio di un liofilizzatore da banco.
Cos’è la liofilizzazione?
La liofilizzazione consiste nella disidratazione dell’alimento tramite sublimazione.
Il processo viene condotto a basse temperature e sottovuoto e prevede l’eliminazione dell’acqua da un determinato prodotto, preservandone la struttura e facilitandone la successiva reidratazione. Quando il prodotto raggiunge un’umidità inferiore al 5% può considerarsi liofilizzato.
Quali sono i vantaggi della liofilizzazione?
Questo tipo di conservazione consta di numerosi vantaggi. Nel caso specifico del latte d’asina, da molti definito “oro bianco”, ne permette la conservazione nel lungo periodo a temperatura ambiente senza alterarne le proprietà organolettiche e il gusto. Inoltre, preserva le caratteristiche nutraceutiche e sensoriali dell’alimento.
Svantaggi della liofilizzazione.
L’unico svantaggio risiede nel costo del latte d’asina liofilizzato. Subendo processi di trasformazione complessi e sofisticati che richiedono elevati dispendi di energie, il prezzo di tale prodotto risulta essere molto alto a differenza di altre tipologie di alimenti che non subiscono trasformazione alcuna.