Buono, nutriente e soprattutto sicuro. È ciò che emerso dalle attività di ricerca che sono state svolte nell’ambito del progetto CoR.aS.HeR “Strategie di innovazione per la valorizzazione del latte d’asina siciliano” Sottomisura 16.1 del PSR Sicilia 2014-2022. Attraverso gli studi condotti dai ricercatori del CoRFiLaC di Ragusa (Capofila del progetto) e dell’Università di Catania con il supporto tecnico delle aziende partner di progetto ossia Asilat, Cooperativa NSDG, Arena e Leggio, è emerso che il latte d’asina può essere considerato non solo un alimento funzionale per la presenza sostanze importanti quali il lisozima capace di svolgere un’attività antimicrobica naturale contro una vasta gamma di batteri ma anche di virus, parassiti e funghi, ma un prodotto sicuro per i consumatori dal punto di vista microbiologico.
Ciò è stato confermato dagli studi fatti dalla prof.ssa Cinzia Randazzo, prof. associato di Microbiologia degli Alimenti- Di3A Catania, che per il progetto CoR.aS.HeR è stata coadiuvata dalla propria equipe.
“Sono state condotte delle analisi microbiologiche volte a valutare la salubrità del prodotto, importante per garantire la sicurezza del consumatore finale e ciò nel rispetto delle normative vigenti ossia il regolamento CE N.853/2004 per il latte crudo ed il regolamento CE N.2073/2005 per il latte pastorizzato – dichiara Cinzia Randazzo, prof. associato di Microbiologia degli Alimenti- Di3A Catania-. In particolare, si è proceduto a valutare quelli che vengono definiti i marcatori di igiene di processo ossia l’assenza della Listeria monocytogenes, della Salmonella e dell’Escherichia coli. Nelle analisi eseguite nei laboratori del Di3A, abbiamo appurato l’assenza di microrganismi alteranti o patogeni, assenza che è requisito fondamentale per garantire altresì la shelf life del prodotto. Possiamo quindi dire che i latti ottenuti dalle asine allevate nelle aziende partner del progetto CoR.aS.HeR ben soddisfano le nostre richieste. Inoltre -prosegue la prof. Randazzo- abbiamo lavorato nell’individuazione dei Punti Critici della filiera produttiva e ciò ci servirà per la messa a punto di un disciplinare di produzione. Infine, nel corso delle nostre indagini abbiamo riscontrato la presenza di molecole bioattive che, di certo, contribuiranno (se comunicate bene) al decollo commerciale del latte d’asina”.